messaggistica istantanea e SOCIAL NETWORK
Personalmente, al mattino, sono tre le applicazioni che controllo più spesso, guardo le mail del lavoro, guardo il calendario della giornata e guardo i messaggi Whatsapp. Ma, non in quest’ordine… Whatsapp è il primo e, pur avendo tolto praticamente tutti gli alert sonori dei gruppi, quando apro il cellulare l’occhio cade proprio sull’icona verde di questa applicazione.
Con riferimento a queste applicazioni di messaggistica istantanea (Instant Messaging – IM), giova evidenziare che possono essere considerate a tutti gli effetti applicazioni sociali in quanto consentono, in varia misura, sia conversazioni private sia conversazioni pubbliche, condivisione di informazioni e storie, pubblicazione di contenuti multimediali.
Volendo fare una precisazione terminologica, social network si riferisce ai gruppi di persone mentre social media si riferisce agli strumenti con cui si costruiscono o si partecipa ai social network.
SOCIAL NETWORK E DOPAMINA
A livello scientifico si discute da tempo degli effetti che i social media/network e i video games hanno sul cervello, in termini di dipendenza sia fisica sia psicologica. Alcuni meccanismi che causano dipendenza sono legati in particolare alla produzione di dopamina. “Stimoli che producono motivazione e ricompensa stimolano parallelamente il rilascio di dopamina” (Fonte wikipedia).
“Ogni singola volta che otteniamo un like, un commento o una qualunque notifica tutti noi riceviamo infatti una piccola gratificazione, che a livello fisico è in realtà una scarica di dopamina e che sta alla base della nostra dipendenza dai social network (e, più in generale, dagli smartphone). Il meccanismo che regola tutto ciò è mutuato dal gioco d’azzardo e dalle slot machine ed è chiamato sistema di rinforzo intermittente positivo.” (Fonte WIRED – Per approfondire).
Whatsapp (di cui esiste anche una versione Business) lo hanno “tutti” e, al giorno d’oggi, lo si usa in ogni circostanza. Per il lavoro, per il gruppo dei genitori della classe dei figli, il gruppo degli amici del calcio, il gruppo della festa di compleanno, il gruppo del catechismo, e tanto altro. Inoltre, un po’ a tutti, piace inviare foto, emoji, messaggi vocali e video ad amici e familiari!
Con riferimento alla privacy Whatsapp è quella che raccoglie più dati. Tutte le chat sono criptate end-to-end.
Tutti usiamo i gruppi ma meno utilizzate sono le liste di distribuzione o liste di broadcast che, in molti casi, sono assai utili. Mentre in una chat gruppo tutti parlano a tutti, quando si invia un messaggio alla lista broadcast, questo viene ricevuto da ciascuno come un normale messaggio individuale. La risposta di un destinatario non verrà inviata agli altri destinatari presenti nella lista broadcast ma solo al mittente originale.
Whatsapp permette di specificare chi può vedere il nostro numero di telefono (tutti, solo i contatti, nessuno). E’ ulteriormente possibile creare un gruppo con limitazioni ai messaggi, consentendo solo all’amministratore (anche più di uno) di postare. Questa tipologia di gruppo si rivela molto utile quando si ha la necessità di informare periodicamente il gruppo. In questo modo chi “produce” l’informazione è distinto da chi la “consuma” (il gruppo) e si vuole destinare ad altri spazi più specifici l’eventuale discussione e/o restituzione: in sostanza è un gruppo in cui soltanto alcuni scrivono (gli amministratori) e tutti leggono. Whatsapp, recentemente, ha introdotto le reactions (pollice su/giù, cuore, urlo, sorriso, pianto, ecc.) molto utili per esprimere emozioni (approvazione/disapprovazione, divertimento, tristezza, ecc), favorendo quindi conversazioni ricche – in particolare nei gruppi numerosi – senza allungare il numero dei post, a vantaggio della leggibilità.
Infine, Whatsapp consente la cancellazione dei messaggi entro poco più di un’ora dal post. “Rumors” già circolati a febbraio 2022 indicano che il limite per cancellare un messaggio sia stato esteso a 60 ore ma da un test effettuato, attualmente (aprile 2022) non mi pare possibile!
Telegram
Telegram, in generale, ha le stesse funzionalità di base di Whatsapp, inoltre consente di personalizzare quasi tutto ed è anche possibile installare programmi.
Con riferimento alla privacy Telegram pubblicizza che i dati non vengono venduti. Per quanto concerne il criptaggio, solo le chat create come “chat segrete” sono criptate end-to-end, e questo costituisce una criticità!
Telegram permette di specificare chi può vedere il nostro numero di telefono (tutti, solo i contatti, nessuno). E’ anche possibile correggere i messaggi già inviati ma anche cancellarli. Si possono creare delle “cartelle” (famiglia, scuola, lavoro, ecc.) in cui raccogliere le chat rendendo tutto più organizzato. I gruppi possono avere fino a 200.000 utenti mentre i canali non hanno alcun limite di iscritti. Telegram ha introdotto, recentemente, le reactions (pollice su/giù, cuore, urlo, sorriso, pianto, ecc.) molto utili per esprimere emozioni (approvazione/disapprovazione, divertimento, tristezza, ecc), favorendo quindi conversazioni ricche – in particolare nei gruppi numerosi – senza allungare il numero dei post, a vantaggio della leggibilità.
Telegram ha applicazioni native specifiche per i vari sistemi operativi mobile (Android/IOS) e desktop (Win/Mac/Linux), mentre nel caso di Whatsapp occorre utilizzare un browser (Chrome, Firefox, Safari) per poterlo utilizzare da computer. Per chi fa un uso intenso dei sistemi di messaggistica istantanea poter scrivere utilizzando un monitor e una tastiera rende l’uso più efficiente.
Telegram consente l’installazione di “Bot“, cioè account Telegram che sono azionati da programmi software (scritti o scelti dall’utente!!) e che operano lato server (non sul nostro cellulare e/o computer). E’ anche possibile effettuare transazioni monetarie (vendita/acquisto/trasferimenti). Infine, ma non meno importante, la possibilità di inserire sondaggi (e quiz), ciascun appartentente alla lista vede i riusultati della votazione in tempo reale se partecipa alla votazione stessa.
A partire dalla versione 5.5 è sempre possibile eliminare i propri messaggi in Telegram. È inoltre possibile impostare l’auto-distruzione automatica, trascorso un certo tempo dall’invio, dei messaggi.
Whatsapp vs telegram, quale preferire?
Quale preferire? Naturalmente dipende dall’uso che se ne vuole fare! Entrambe le applicazioni possono essere usate per finalità “domestiche” ma anche per il business e più specificamente per il maketing. Whatsapp è il più diffuso anche se Telegram sta guadagnando posizioni molto rapidamente in termini di utenza ed è più ricco in termini di funzionalità.
Per l’utenza adulta entrambe le applicazioni sono valide, scegliendo in base alle funzionalità che maggiormente usiamo o ci sono necessarie e agli utenti con cui vogliamo comunicare. Occorre naturalmente aver consapevolezza con riguardo alla questioni sulla privacy e la sicurezza (in Whatsapp tutte le chat sono criptate end-to-end mentre in Telegram solo le chat che sono create come segrete).
Per quanto riguarda il pubblico dei più giovani credo che Whatsapp sia quello adatto. Senza entrare in dettagli tecnici, Whatsapp non consente di modificare (o “eliminare” – vedi sopra) i messaggi e questo è già di per se un forte incentivo verso comportamenti responsabili con riguardo a quel che si scrive/invia; inoltre, le ricerche in Whatsapp si basano sui propri contatti locali (al proprio cellulare) mentre in Telegram le ricerche hanno luogo sull’universo di tutte le chat e gruppi pubblici (e Bot) di tutti, esponendo quindi a contenuti non prevedibili.
(UNa possibile) morale conclusiva...
La concorrenza per accaparrarsi quote di mercato porterà, verosimilmente, un certo grado di convergenza nelle funzionalità delle due applicazioni. La competizione Whatsapp vs Telegram è aperta ed è ragionevole attendersi forti evoluzioni nel futuro prossimo. Forse, i veri miglioramenti, a livello sociale ed individuale, dipenderanno più dall’uso che impareremo a farne di questi strumenti che dalle applicazioni in sé.
PS: l‘invito è ad usare i commenti (o inviare una segnalazione) per condividere domande, riflessioni, conoscenze ed esperienze e/o per segnalare errori/imprecisioni nell’articolo.